Contro il Napoli si è chiuso domenica il girone di andata. La squadra di Juric arriva al giro di boa con un considerevole bottino di 30 punti che batte i 26 ottenuti nello scorso torneo e rimane a due lunghezze di distacco dal record di 32, stabilito nella stagione 2013/2014 quando sulla panchina gialloblù c’era Andrea Mandorlini.

Un’immagine dei giocatori gialloblù (foto hellasverona.it)

Nella sfida contro i partenopei il Verona ha probabilmente disputato la sua migliore partita di questa prima parte di stagione. Sul campo si è visto tutto il condensato del progetto tecnico di Ivan Juric: aggressività, intensità, pressing, concentrazione, organizzazione di gioco, sacrificio e spirito di squadra, riscontri che hanno confermato il continuo progresso di crescita della squadra, che inizia ad avvicinarsi ai livelli di qualità attesi. Dopo aver convissuto con una sequenza impressionante di infortuni, che hanno costretto più volte l’allenatore a modificare l’undici da mandare in campo, una volta tornata quasi a pieno regime, la formazione scaligera ha trovato finalmente la propria “quadra”. La difesa, diventata praticamente impenetrabile, si conferma come la meno perforata del torneo, alla pari della Juventus, mentre in mezzo al campo le cose iniziano ad andare per il verso giusto. Tameze, anche se non paragonabile ad Amrabat, migliora di giorno in giorno mentre Ilic diventa sempre più affidabile come prima alternativa a Veloso. Se a questo aggiungiamo l’apporto sempre più decisivo di Barak e l’esplosione definitiva di Zaccagni, diventato un vero e proprio leader, le conclusioni sono presto fatte.

L’unico neo, se vogliamo, è ancora rappresentato dalla fase offensiva, dove manca il contributo fattivo da parte degli attaccanti. Tra quelli a disposizione, infatti, sono andati a rete solamente Favilli (2 gol) e Kalinic (1 gol) mentre tutti gli altri, sono rimasti a bocca asciutta. Fino ad ora, sono arrivate in aiuto le marcature messe a segno dai centrocampisti, tuttavia, un ipotetico percorso di crescita, passa appunto per una maggiore percentuale realizzativa da parte di chi sta davanti.

L’attaccante gialloblù Nikola Kalinic (foto hellasverona.it)

In questo caso l’arrivo di un attaccante “di categoria” come Kevin Lasagna, può veramente rappresentare la vera “ciliegina” sulla torta. L’ex giocatore dell’Udinese costituisce un innesto di indiscussa qualità, utilizzabile come prima alternativa a Kalinic ovvero – come ammesso dallo stesso Juric – anche in coppia con il centravanti croato, laddove la partita lo consenta. Gli strali delle scorse settimane lanciati dal tecnico – che in aggiunta ha ottenuto anche l’arrivo in mezzo al campo di Sturaro, suo pupillo sin dai tempi del Genoa – hanno evidentemente avuto i loro effetti nei confronti della società che ha cercato, per quanto possibile, di accontentarlo.

Adesso la palla passa inevitabilmente nella metà campo di Juric, al quale spetta ora l’arduo ma altrettanto stimolante compito di far fruttare al massimo quanto a sua disposizione. Visti i risultati raggiunti e la grande competenza fin qui dimostrata dall’allenatore, il traguardo europeo potrebbe a questo punto non rimanere più solamente un sogno.

©RIPRODUZIONE RISERVATA