Con un comunicato pubblicato sul proprio sito, la Scaligera Basket ha ufficialmente rinunciato al ripescaggio in serie A1. Dopo la richiesta giunta la scorsa settimana da parte della Lega Basket, in seguito alla rinuncia da parte di Pistoia, la più importante società cestistica veronese aveva una settimana di tempo per verificare l’esistenza o meno delle condizioni necessarie per poter accedere alla massima categoria senza passare dal via.  Il nocciolo della questione – facile da immaginare – riguardava sostanzialmente l’aspetto economico, in quanto un campionato come quello di A1 richiede uno sforzo decisamente superiore a quello per la categoria immediatamente inferiore. Il costo base per la gestione di una stagione, infatti, si aggira circa sui 3,5 milioni di euro senza dimenticare l’ulteriore esborso necessario per allestire un roster in grado di conquistare almeno una tranquilla salvezza, senza incorrere in particolari patemi. 

L’intenzione della società scaligera è sempre stata quella di affrontare la prossima stagione con un’adeguata dose di ragionevolezza, basando le proprie scelte sul semplice ammontare delle risorse disponibili, evitando inutili e pericolosi salti nel vuoto. L’emergenza per il Covid-19, inoltre, dopo essere stata causa della sospensione dei campionati, ha lasciato nubi minacciose anche sul futuro, legate soprattutto alla presenza o meno del pubblico sugli spalti, senza dimenticare la possibile naturale riduzione delle entrate da sponsorizzazioni. Lo stesso Alessandro Giuliani, general manager del club gialloblù, intervistato qualche settimana fa proprio dalla nostra redazione sportiva, aveva così commentato: «Il nostro obiettivo rimane quello di mantenere prima di tutto gli impegni verso i nostri tesserati, come abbiamo sempre fatto, senza fare il passo più lungo della gamba. La nostra intenzione è quella di affrontare la stagione sulla base del budget a nostra disposizione». Budget, che fino alla scorsa settimana, naturalmente, era quello necessario per affrontare una stagione di A2, seppur con ambizioni di vertice.

Il general manager gialloblù Alessandro Giuliani

Davanti alla proposta “indecente” della Lega Basket, lo stesso Gianluigi Pedrollo, numero uno del club, fino alla scorsa settimana pienamente convinto della linea scelta, ha improvvisamente vacillato. Le carte sul tavolo sono tutto d’un tratto cambiate e il patron gialloblù ha subito sterzato, imboccando la tortuosa strada della ricerca di quell’aiuto, necessario per tramutare in realtà quello che al momento rimaneva ancora un sogno da realizzare. Il primo a farsi avanti è stato Giuseppe Vicenzi, presidente ai tempi degli anni d’oro del basket veronese, che ha subito avanzato la propria disponibilità, una scelta d’amore nei confronti di uno sport con il quale esiste ancora un forte legame affettivo e passionale, ma anche per certi versi collegata anche alla possibile futura introduzione di un credito d’imposta del 50% per le somme versate a titolo di sponsorizzazione. Lo stesso Gruppo Calzedonia, presieduto da Sandro Veronesi, da anni a fianco del sodalizio gialloblù, ha confermato anch’esso il proprio sostegno. Tutto ciò, però, non era sufficiente, serviva dell’altro. Parliamo naturalmente del mondo imprenditoriale e bancario, voci oggi diventate necessarie per poter costruire una società ancora più strutturata in grado di fare il passo con sufficiente serenità. Nonostante anche l’apprezzata intermediazione del Sindaco Federico Sboarina, il tanto auspicato e auspicabile sostegno economico è rimasto tale solamente sulla carta. Da parte degli imprenditori, Giuseppe Vicenzi a parte, non si è riscontrato alcun concreto interesse a investire mentre per quanto riguarda Banco Bpm, per il quale si era letto di un possibile ingresso in “pompa magna” in qualità di main sponsor, si è probabilmente trattato solamente di una voce e niente più. Più facile, invece, per l’istituto di credito cittadino, la conferma del rinnovo della partecipazione in qualità di società partner.

Il Presidente Gianluigi Pedrollo con il Sindaco Federico Sboarina

Un vero peccato, perché l’occasione si presentava decisamente molto ghiotta. Per concretizzarla, tuttavia, serviva unita d’intenti che purtroppo non c’è stata. Sicuramente la necessità di reperire forze fresche con solo una settimana a disposizione può aver rappresentato un piccolo handicap, tuttavia, la speranza – che è sempre l’ultima a morire – di riuscire a farcela ha dato la forza alle parti per provarci. Il dispiacere, soprattutto da parte del sodalizio scaligero e di tutti i suoi tifosi, è forte ma la realtà, anche se dura da accettare, impone di andare avanti. L’obiettivo naturalmente non svanisce ma rimane sempre raggiungibile. Il desiderio di tornare a calcare un palcoscenico che a Verona manca oramai da diciotto anni resta vivo. La volontà della società e della famiglia Pedrollo in primis, è ora quella di costruire un roster competitivo e di provarci attraverso la via più antica, più classica e più emozionante: quella del campo. 

Foto: scaligerabasket.it