Altro che un manager. L’uomo ideale per guidare il calcio italiano potrebbe essere un filosofo. Un tipo alla Peter Suber, per intenderci. Mai sentito? Male. Perché le capacità dello stimato professore americano, a guardar bene, ben si sposerebbero con certe tendenze attuali dell’italico pallone. È sufficiente scorrere il suo cv per capirlo. Il Professor Suber nel 1982 ha inventato l’unico gioco al mondo in cui si possono cambiare le regole nel corso della partita. Proprio come nell’attuale campionato di serie C.

Nomic e le regole che cambiano.

Nell’anno in cui l’Italia conquistò la propria terza Coppa del Mondo di calcio, il brillante ricercatore concepì un innovativo gioco di società, in cui i partecipanti sono autorizzati a proporre cambiamenti delle regole nel corso della gara. La stranezza non è rimasta unica. Se non ci credete, dovreste dare un’occhiata a cosa sta accadendo in questa stagione nel torneo situato al terzo livello gerarchico del football di casa nostra.

Peter Suber, l’inventore di Nomic

In realtà, in Nomic – questo il nome della sua creazione – non tutte le regole possono essere variate. Tra quelle “immodificabili” ve n’è una che dice: «I giocatori hanno sempre la possibilità di lasciare il gioco piuttosto che continuare o subire la penalità». È stata scritta trentasei anni fa, ma sembra aver previsto quel che sarebbe accaduto nella Lega Pro 2018/19, almeno a giudicare dalle vicende di Pro Piacenza e Matera. Entrambi i club sono a un passo dal forfait definitivo in un torneo che già in partenza aveva perso Mestre, Reggiana e Fidelis Andria e ad oggi annovera penalizzazioni che colpiscono complessivamente ben dodici su cinquantanove società iscritte.

Forse non a caso una delle tante regole mutabili di Nomic è che tutti i concorrenti, che partono a zero punti, possono stravolgere a piacimento i turni di gioco.  Anche in questo caso, il sospetto è che la Lega Pro si sia ispirata al gioco di Suber. Dopo la gestione dei ricorsi di Entella, Siena, Catania, Pro Vercelli, Novara, Ternana e Viterbese – quest’ultima per propria scelta – tutte reinserite quando il campionato era già nel vivo con relativa deformazione del calendario delle partite, non è affatto da escludere l’ipotesi.

Otto retrocessioni ma anche no.

L’anormalità della stagione attuale è stata esaltata dall’ultimo Consiglio Federale. Il varo del nuovo regolamento per la Serie C, che sarà ufficializzato a breve, rispecchia un altro degli architravi di Nomic. Ovvero, la facoltà di decidere, nel corso del gioco, se sia saggio cambiare le regole.

Un’immagine di Virtus Verona – Pordenone

Una “mossa” architrave della stessa creatura di Suber che ai concorrenti offre una chance altrimenti impraticabile in altri giochi. Quella di – parole sue – «votare i cambiamenti proposti, decidere ciò che si potrà fare e ciò che non si potrà più fare dopo, e infine applicare le nuove regole. Anche questo svolgimento del gioco, naturalmente, può essere cambiato».

Gli stessi presupposti che, l’altro ieri, la Lega Pro ha seguito, decidendo di cambiare il sistema di promozioni e retrocessioni. Che saranno rispettivamente cinque, e non più quattro, verso la serie B, e sette – anziché otto – in serie D da distribuire su tre gironi. Il “come” non è ancora definito. Per le società implicate nella corsa-salvezza, come la Virtus Verona, impegnata nell’unico girone che presumibilmente resterà a venti squadre, l’unica soluzione è far più punti possibili e restare in attesa degli eventi. Anche perché le modalità sono ancora da definire, per quanto sia già stata prevista una postilla. «Il regolamento delle retrocessioni può cambiare se una squadra dovesse essere esclusa prima della fine del campionato». Ottimo. Suber for president.