In questo momento così strano, spaventoso e difficile, in cui siamo costretti a stare in casa per impedire che una brutta epidemia faccia del suo peggio, non ci manca certo il tempo per riflettere. Per mettere in discussione dogmi e certezze e magari tentare di superare concezioni diffuse e condivise, eppure non per questo meno limitate e limitanti. In particolare, mi sono ritrovato a pensare molto all’impatto delle nuove tecnologie nelle nostre vite.

Si sente spesso dire che la tecnologia, per quanto ci avvicini, mettendoci in comunicazione istantanea con ogni angolo del pianeta, in realtà ci allontana. Non c’è niente di più falso, ma è uno di quei concetti à la «si stava meglio quando si stava peggio» che tutti amano ripetere allo sfinimento. Eppure, se proprio dobbiamo trovare un lato positivo in tutto questo, è che quando questa situazione sarà finita nessuno oserà più mettere in discussione l’effetto positivo della tecnologia nelle nostre vite.In questi giorni, in cui siamo tutti fisicamente lontani, la rete e i social ci stanno tenendo uniti più che mai. Sono la nostra ancora di salvezza.

Anche un buon film può essere un’ancora di salvezza. E le nuove tecnologie – lo streaming in particolare, che fino a qualche settimana fa tutti amavano odiare – ci danno accesso a un forziere di tesori cinematografici che, in questo momento, può essere un sostegno non indifferente. Ecco dunque cinque film che potete godervi sulle principali piattaforme streaming. Film per riflettere su quanto sta accadendo, ma anche per staccare la spina dall’attualità e volare in un mondo parallelo per un paio d’ore.

Cast Away (2000) – Regia di Robert Zemeckis, con Tom Hanks, Helen Hunt (disponibile su Amazon Prime Video)

Incredibile che siano passati vent’anni dall’uscita del film di Robert Zemeckis. Tom Hanks era isolato nel film come è isolato ora nella vita reale, perché gli è stato diagnosticato il coronavirus ed è stato messo in quarantena. Ma, al di là di questa coincidenza, Cast Away sa parlare del presente come pochi altri film in questo momento. La storia di un uomo moderno, le cui certezze crollano quando si ritrova naufrago su un’isola deserta, e deve imparare da zero a sopravvivere senza i comfort della civiltà, è una lezione preziosa per tutti noi. Ma in particolare lo è adesso, in un periodo in cui siamo costretti a rinunciare a molte cose che davamo per scontate. Cast Away ci dice che, se riusciremo a tirare avanti senza lasciarci abbattere dagli imprevisti, potremo superare ogni cosa.

Ultras (2020) – Regia di Francesco Lettieri, con Aniello Arena, Antonia Truppo, Ciro Nacca, Simone Borrelli (disponibile su Netflix)

Un film originale Netflix uscito da pochissimo, un vero gioiello del nuovo cinema italiano. Qualcuno ha scritto che certo cinema d’autore del nostro Paese sta tornando alle coordinate del neorealismo, ed è vero. Film come quelli dei fratelli D’Innocenzo (autore de La terra dell’abbastanza e Favolacce) hanno ritrovato il polso della realtà italiana, abbinando uno stile moderno a una recitazione finalmente realistica. Fa lo stesso il regista Francesco Lettieri, autore di videoclip qui al suo esordio nel lungometraggio. Nel raccontare la spinta al cambiamento di un vecchio leone della curva del Napoli (il sempre eccezionale Aniello Arena), Lettieri mescola dramma, azione e denuncia sociale per raccontare la logica del branco, della tribù, e cosa accade quando all’improvviso smettiamo di credere negli ideali che hanno definito la nostra esistenza. Un esordio da non perdere.

Mad Max: Fury Road (2015) – Regia di George Miller, con Tom Hardy, Charlize Theron, Nicholas Hoult, Zoë Kravitz (disponibile su Netflix e Amazon Prime Video)

Il più grande film d’azione dello scorso decennio, sei meritatissimi Oscar e un posto d’onore tra i classici istantanei. A settant’anni, George Miller è tornato alla saga che lo rese leggenda, con un quarto capitolo che scambia Mel Gibson con Tom Hardy e l’Outback australiano con i deserti della Namibia. Un’iniezione di adrenalina devastante, un ritmo frenetico che non si ferma mai. Un racconto in cui l’azione non è complemento, ma mezzo con il quale viene raccontata la storia. È il cinema nella sua accezione più letterale, slancio cinetico che toglie il fiato e mostra qualcosa che nella realtà non vedremo mai. E poi è anche una storia post-apocalittica, se proprio cercate una visione a tema.

The Nice Guys (2016) – Regia di Shane Black, con Ryan Gosling, Russell Crowe, Kim Basinger, Margaret Qualley, Angourie Rice (disponibile su Infinity e Mediaset Play)

Spezziamo un po’ la tensione con della sana commedia. Se siete amanti del cinema action anni ’80, il nome Shane Black vi dirà qualcosa. È il creatore della saga Arma letale e lo sceneggiatore de L’ultimo boyscout. Ha perfezionato una formula – quella del buddy cop, il film con due detective alle prese con un caso complicatissimo – trasformandola in cifra d’autore. Questo è un modo per dirlo. Un altro modo per dirlo è: Shane Black ha sempre fatto lo stesso film. Sia come sceneggiatore, prima, che come regista, poi. The Nice Guys non si allontana molto dalla formula: Ryan Gosling e Russell Crowe sono due investigatori diversissimi, costretti a collaborare per indagare su una cospirazione scoperta per caso, indagando su due casi distinti. È sempre la stessa storia, ma fatta benissimo. Se volete passare un paio d’ore di sano divertimento, questa è la scelta per voi.

Boyhood (2014) – Regia di Richard Linklater, con Ellar Coltrane, Patricia Arquette, Ethan Hawke, Lorelei Linklater (disponibile su Amazon Prime Video)

Da sempre, Richard Linklater porta avanti il suo particolare tipo di cinema. È un cinema che sembra parlare del nulla, ma che invece sa dire molto sulla condizione umana. I suoi film non hanno mai una vera trama, seguono i personaggi nella loro quotidianità e scavano nella loro psicologia con pochi tocchi. Boyhood estremizza questo concetto. Linklater lo ha girato nell’arco di dodici anni, seguendo la crescita del protagonista Mason (Ellar Coltrane) dall’infanzia all’iscrizione al college. Linklater è come una mosca sul muro, che osserva la vita di Mason da un punto di vista privilegiato. Senza interferire, senza cercare conflitti e drammi a tutti i costi. Ma semplicemente raccontando cosa significhi crescere, diventare adulti e sviluppare un proprio sistema di valori per diventare una persona a tutto tondo. Tre ore che ve ne faranno desiderare altre tre.