La vigilia della stagione 2020 di Formula 1, che partirà col weekend del gp di Australia a Melbourne il prossimo 13 marzo non poteva essere più incerta e movimentata. Anche il mondo dei motori è stato naturalmente colpito dal continuo espandersi dell’epidemia globale di Covid-19. Il Motomondiale, in particolare, ha subito l’annullamento della prima gara di Moto GP che si sarebbe dovuta disputare in Qatar ma che a causa delle restrizioni imposte dall’emirato arabo agli ingressi di persone provenienti dall’Italia, non potrà avere luogo. Essendo la massima categoria motociclistica formata in grande prevalenza da team e piloti italiani, la conseguenza era inevitabile. Per quanto riguarda, invece, la Formula 1,circola al momento solamente la voce di possibili divieti di ingresso in Australia per i team sempre provenienti dall’Italia (Ferrari in primis) ma senza che a questo abbiano fatto seguito riscontri ufficiali. L’unica cosa certa, almeno fino a ora, è che il Gran Premio di Cina, in programma il prossimo 19 aprile sul circuito di Shangai, è stato rimandato a data da destinarsi.

Lasciando, tuttavia, da parte l’attuale emergenza sanitaria, che ha sparigliato gli equilibri della vita di tutti i giorni, la massima serie automobilistica è attanagliata da un’altra serie di incertezze. Nell’ultimo mese tutti i team hanno presentato le vetture che si contenderanno il prossimo campionato e, come da tradizione, squadre e piloti sono stati impegnati per due settimane a Barcellona nei test di rodaggio delle vetture. L’esperienza passata insegna che quanto visto in queste prove non sempre corrisponde al reale valore delle forze in campo, che di fatto si palesa solamente dopo le prime gare. Un esempio per tutti furono i tempi da record che la Ferrari ottenne sulla pista catalana lo scorso anno, che avrebbero fatto presagire un inizio di stagione col botto. A Melbourne 2019, invece, prima gara della scorsa stagione, il responso del cronometro sia in qualifica sia in gara fu molto diverso con distacchi importanti accusati dalla Rossa soprattutto nei confronti dei rivali della Mercedes.

Questa volta l’approccio da parte del team di Maranello è stato molto più guardingo. Ha senza dubbio sorpresto tutti gli addetti ai lavori la conferenza stampa del direttore sportivo Mattia Binotto, che ha dichiarato candidamente che la nuova vettura SF1000 al momento non è in grado di lottare per la vittoria. Parole sconcertanti, soprattutto per i tifosi, quelle pronunciate dal vertice massimo della scuderia modenese, anche se alcuni colleghi rivali, le hanno interpretate come pura pretattica. Costoro, infatti,  hanno sottolineato come la Ferrari, dalle loro rivelazioni telemetriche, abbia girato sempre con serbatoi di benzina abbastanza carichi e con power unit muniti di mappatura conservativa,  visto che nei rettilinei le rosse non raggiungevano neppure le velocità di Alfa Romeo e Haas, dotate entrambe del medesimo propulsore. Alcune setttimane prima delle presentazione, tuttavia, tra gli addetti ai lavori erano già circolate voci di malcontento di alcuni ingegneri di Maranello, poco soddisfatti dei risultati ottenuti dalla nuovo monoposto, che sembrerebbe soffrire di problemi di carico aereodinamico. Dove stia la verità potremo scoprirlo unicamente dopo la bandiera a scacchi di Melbourne.

Non sembrano, invece, esserci dubbi invece sulle prestazioni della Mercedes, ancora mai paga di risultati. In una stagione 2020 che poteva ipotizzare uno sviluppo limitato delle vetture, al fine di concentrare le risorse sul campionato 2021 che imporrà dei cambiamenti tecnici importanti, la casa anglo-tedesca non ha rinunciato a stupire, presentando una monoposto molto sofisticata a livello aerodinamico e, soprattutto, dotata di un innovativo sistema di controllo in movimento della convergenza delle ruote anteriori (DAS) che ha spiazzato i rivali ma che sarà consentito dal regolamento tecnico solo per questa stagione. I tempi cronometrati segnati a Barcellona sono stati notevoli (pur se condizionati da alcuni problemi di affidabilità della power unit) e anche all’inizio di questo campionato Lewis Hamilton resta, pertanto, il favorito principale. In grande spolvero è apparsa anche la Red Bull, con Max Verstappen che nel finale di ogni giro ha addirittura rallentato per non fare volutamente il miglior tempo. Il pilota olandese, assieme a Valtteri Bottas, si candidano come primi avversari del pluricampione britannico. 

Le prestazioni della vettura 2020 non sono, però, l’unico grattacapo a cui deve far fronte la scuderia di Maranello. Questa stagione, infatti, si porta dietro gli strascichi di una polemica sorta già nella seconda parte del 2019 relativamente alle prestazioni del motore della Rossa, ritenute anomale dai team avversarsi. In buona sostanza, i rivali avevano accusato in maniera sibillina il team modenese,  senza mai fare ricorso ufficiale alla Federazione Internazionale dell’Automobile e senza mai portare prove a sostegno,  di aver ideato un sistema per violare il regolamento riguardo ai consumo istantanei di carburante, i quali devono rispettare una soglia limiti e sono monitorari da un flussometro posizionato all’interno del motore. Secondo le accuse avanzate da Mercedes e Red Bull, in alcune gare le Ferrari avrebbero infranto la regola con il vantaggio di ottenere maggior potenza dalla propria power unit. Si spiegherebbero, così, infatti, le prestazioni di rilievo ottenuti in rettilineo, in particolare su circuiti come Spa e Monza dove, guarda caso, sono arrivate per la Rossa due entusiasmanti vittorie. 

Nel frattempo, non sono mancati le indagini da parte della FIA che ha visto i suoi commissari invitati direttamente in fabbrica per un’ispezione che non ha, però, portato ad alcun esito certo, sia in un senso sia nell’altro. In estrema sintersi, per i commissari è risultato tecnicamente impossibile dimostrare l’irregolarità compiuta, pur avendone avuto il sentore.

La Federazione e il team di Maranello hanno, quindi,  stipulato un accordo transattivo i cui contenuti sono stati secretati come previsto dal regolamento della FIA stessa. Un evento senza precedenti a cui è conseguita la levata di scudi dei team rivali, Mercedes e Red Bull in testa, che non accettano questo tipo di soluzione poco trasparente e minacciano di ricorrere alla giustizia ordinaria. Una situazione alquanto ingarbugliata che non fa certo iniziare il Mondiale nel migliore dei modi.