ll GP di Russia 2019 consegna alla Mercedes la sesta vittoria sulle sei edizioni finora disputate sul circuito di Sochi, nonché la quarta doppietta su questo tracciato. Numeri impressionanti che confermano il livello delle prestazioni raggiunto dalle monoposto tedesche in questi anni e, soprattutto, la costanza dei loro risultati.

Leclerc, pilota monegasco della Ferrari

Questa volta, però, le premesse, dopo le qualifiche del sabato, erano ben diverse. Per la quarta volta consecutiva, il ferratista Leclerc si era aggiudicato la pole, rifilando ben quattro decimi di distacco a Lewis Hamilton e al suo compagno di scuderia Sebastian Vettel. Sintomo chiaro di una Ferrari tornata sorpendentemente alla ribalta, ora in grado – almeno così sembra – di lottare per pole e vittoria su qualsiasi tracciato. Con il valore aggiunto rappresentato dal pilota monegasco, sempre alla ricerca della miglior performance. Il paragone con campioni del passato – come Senna o Schumacher- o del presente – Hamilton – non appare più così azzardato.

Il pilota tedesco Sebastian Vettel

Per quanto riguarda la gara, la rossa di Vettel, dopo aver “sverniciato” la monoposto di Lewis Hamilton già allo spegnimento dei semafori, ben sfruttando la scia tracciata da Leclec, ha conquistato alla prima staccata il comando della corsa, seguito a ruota dal compagno.Le due Ferrari hannoimpresso subito un gran ritmo, rifilando quasi un secondo al giro a Bottas, sistematosi subito quarto, alle spalle della seconda Mercedes. Arrivati a metà gara, tuttavia, in occasione della fermata ai box, le due Ferrari hanno perso il comando, ritrovandosi rispettivamente al terzo e quarto posto. Davanti a loro le due Mercedes, ancora in attesa di fare la prima sosta. Di lì a poco il patatrac: un imprevisto problema alla power unit ha, infatti, costretto Vettel allo stop immediato a bordo pista e al conseguente ritiro. Entrata in scena la Virtual Safety Car, intervento resosi necessario per far rimuovere in sicurezza la vettura del pilota tedessco, ne hanno subito approfittato le Mercedes, che sono riuscite a fare il pit stop senza pregiudicare il proprio piazzamento, Da quel momento non è poi successo più nulla. La Ferrari di Leclerc, infatti,  non è più riuscita a impensierire i due battistrada, autori senza dubbio di un’attenta strategia di corsa Un vero peccato, perché le premesse per la seconda doppietta consecutiva Ferrari c’erano tutte ma l’affidabilità non è mai stata in questa stagione nel dna delle vetture di Maranello, costrette quasi sempre ad inseguire.

Una vettura Red Bull durante la gara

Nota di merito, infine, per le due Red Bull, penalizzate in griglia di partenza per la sostituzione, dopo la qualifica, di alcune componenti della power unit Honda a rischio di rottura. Max Verstappen e Alexander Albon hanno comunque terminato la corsa al quarto e quinto posto, senza accusare distacchi importanti, grazie in parte anche ai vari interventi della safety car.

Tra due settimane il circus trasloca in Giappone a Suzuka. Il mitico circuito nipponico, rappresenta uno dei tracciati storici e più belli della massima serie, teatro di sfide gloriose e storici successi (tutti ricordano i duelli Senna-Prost sul finire degli anni ‘80 e il primo mondiale di Schumacher con la Ferrari nel 2000). Sicuramente su questa pista così tecnica la Mercedes sarà l’auto da battere, ma anche i motorizzati Honda come Red Bull vorranno fare bella figura, visto che corrono in casa. E la Ferrari? Vista la competitività ritrovata, potrà sicuramente anche in Giappone ambire al podio. Su quale gradino lo vedremo presto.