Il punto più alto della salita pare sia stato raggiunto. Forma e sostanza – e anche un pizzico di cabala – impongono d’attendere l’ufficialità da parte della Lega. Il valore della questione è ben più che simbolico. Per quanto l’iscrizione al torneo di B non sia solo un passaggio obbligato, il Chievo pare proprio essere riuscito a scollinare.

Le uscite Bani, Depaoli, Cacciatore e Jaroszynski hanno generato i milioni (circa quattordici) che consentono al sodalizio di Luca Campedelli di ripartire sgravato dalle tensioni, non solo economiche, generate dalla retrocessione. “Schei” fondamentali per ricalibrarsi alle necessità del torneo cadetto che partirà il 24 agosto. Esigenze figlie di tanti fattori: non secondari alcuni investimenti onerosi, anche in sede di ingaggi.

Carta bianca a Pelo-gol

La lente d’ingrandimento per capire e valutare dove andare a intervenire ora è nelle mani di Sergio Pellissier. A lui il presidente ha assegnato una sorta di carta bianca. A Pelo-gol il mondo gialloblù non è affatto sconosciuto: nel corso degli anni da calciatore ha avuto modo di imbattersi in ogni ambito e, negli ultimi mesi, di studiare da dirigente sportivo. Una condizione ideale da cui partire per tornare ad enfatizzare i pregi e limare i difetti del club.

Luca Campedelli e Sergio Pellissier

Se una gestione virtuosa, con costi e benefici parametrati sulla bilancia, agevolerà ogni possibile scenario, il Chievo deve necessariamente guardare al domani con uno sguardo a trecentosessanta gradi. Al di là delle criticità, esistono ambiti societari che meritano essere valorizzati. Eccellenze che, in un mondo come quello cadetto, possono essere considerati punti di partenza della ricostruzione sia tecnica che organizzativa.

L’attesa e Marcolini

Nelle manovre di mercato, il presidente e il suo ex bomber sono stati coadiuvati dalla collaborazione di Giorgio De Giorgis. Fino ad ora si è puntato su operazioni importanti soprattutto sul piano economico per i motivi di cui sopra. Dal punto di vista strategico, a parte Depaoli, i principali assi nella manica sono ancora nel mazzo. Ovvero, al netto del cosiddetto “paracadute” federale, la possibilità di far altra cassa è molto più che un’ipotesi. Stepinski, Vignato e Kiyine (non tutti peraltro in possibile uscita) potrebbero valere altri denari per costruire la squadra di domani. L’aspetto più rinfrancante, almeno in questa fase, è stato non farsi prendere per la gola dalla necessità del momento: ovvero tenere la bilancia delle trattative alla pari. Quella in cui è soprattutto chi vende a decidere il prezzo.

Il 4 luglio la Covisoc emetterà il verdetto definitivo dopo aver analizzato la documentazione fornita alla Lega. In attesa dell’ufficialità dell’iscrizione, a ruota l’attenzione si sposterà verso il raduno e, contestualmente, alla nomina del nuovo allenatore. E qui di sorprese non dovrebbero proprio essercene. Il ticket di Michele Marcolini è tutt’altro che virtuale.

Per il mister savonese e il club si tratta di una doppia chance incrociata: per lui, professionista che dopo le ottime referenze maturate con Alessandria e AlbinoLeffe si potrà cimentare ad un livello decisamente più competitivo. Allo steso modo, l’affare lo fa anche il Ceo, che come da tradizione potrà contare su un elemento autenticamente legato ai colori e alla società. E che sul piano della preparazione ha mostrato di avere i requisiti e meritare fiducia.

L’addio alle donne e i prossimi passi

Il Chievo sta esplorando il territorio. In agenda resta però evidenziato il tema della gestione dei costi, con un’eredità non invidiabile da dover gestire. Il rammarico per l’addio alla collaborazione con il Valpo nell’ambito del calcio femminile e la tristezza per la fine dell’attività agonistica da parte del sodalizio delle ragazze di Flora Bonafini, se vogliamo va indirettamente a braccetto con la gestione di emolumenti importanti come quelli di Djordjevic, Obi e Giaccherini.

Il ChievoVerona Valpo

Se è ancora presto per parlare di tattica, uomini e moduli, la certezza è che la serie B degli ultimi anni non è sembrata parente a quella affrontata proprio da Marcolini, Pellissier e Luciano nel decennio scorso. Ad accogliere Cesar e soci ci sarà in un torneo equilibrato (con annessi e connessi, rischi e opportunità) ma sul piano tecnico dalla qualità apparentemente inferiore rispetto a quello terminato con la promozione in A nel 2008.

Uno stato dell’arte che può generare fiducia ma non deve illudere nessuno: i gialloblù arrivano da una stagione più che sofferta e avranno gli occhi addosso da parte di tutte le rivali. La cifra di esperienza di alcuni “vecchi” della rosa che resteranno a far da chioccia si dovrà incrociare alla qualità di nuovi innesti, su cui oggi è prematuro fare ipotesi oltre alle chiacchiere di mercato. Come si dice in questi casi: meglio i fatti che le parole.