Completamente sold out il concerto di Giulio Casale al Cohen di Verona dello scorso sabato. Pubblico attento e caloroso, legato al passato dell’artista e alla sua carriera con gli Estra negli anni Novanta, ma anche incuriosito dalla nuova produzione di Casale e dalla sua poliedricità di musicista, performer, attore e scrittore.

Foto di Paolo Ferrazzi

ll ritorno a Verona è l’occasione per presentare il nuovissimo album Inexorable, prodotto  con l’etichetta veronese Vrec,  che è il quarto lavoro della carriera solista per l’ex frontman degli Estra. Sul palco del Cohen arriva insieme ad Alessandro Grazian alla chitarra (notevoli anche i suoi lavori solisti) ed Emanuele Alosi alla drum machine e percussioni, per un live che risulta particolarmente efficace per compattezza  e coesione dell’ensemble.

Casale affascina con il suo carisma e il suo racconto sul panorama culturale a tinte cupe di questa stagione, che ha ora più che mai bisogno di voci autorevoli che ricordino il ruolo fondamentale degli artisti per la rinascita morale e per la ricerca della bellezza. A tale proposito il titolo Inexorable nasce da un verso di Michel Houellebecq, che evoca «un vento forte, inesorabile»: una rottura della stagnazione, soprattutto culturale, che circonda le nostre vite. Nei testi si parla di perdita, ma anche di speranza senza retorica del lieto fine, di amore come assoluta meraviglia e salvezza da salvaguardare. Un album intenso, da acquistare possibilmente in vinile, in splendida limited edition bianca; un disco che acquista valore se ascoltato sul giradischi, prendendo il necessario tempo per pesare le parole di Giulio e riflettere sui suoi spunti, sulle citazioni che ama inserire nei suoi scritti, sulla musica che passa dal rock al pop senza perdere omogeneità e fascino.

Foto di Paolo Ferrazzi

Al termine del concerto, parlando con Giulio, dopo l’assedio dei fan per gli autografi di rito, condivido la fatica nel vivere la musica di oggi tra youtuber e social network. Numeri gonfiati di visualizzazioni fasulle, meteore create a tavolino, fenomeni mediatici che hanno rilevanza musicale pari a quella di una pubblicità di un’automobile (anzi paradossalmente quelli spesso ci riportano ad ascoltare Nina Simone o Miles Davis). La sola strada per chi vive la musica come Giulio Casale è suonare, incontrare le persone e farle incontrare ai suoi concerti, affermare la forza dei suoi pensieri con la realtà delle sue performance, per dimostrare che l’artista osserva la situazione che lo circonda, poi colpisce e lascia il segno. Con buona pace di chi non se lo può permettere.

Foto di Paolo Ferrazzi