I conflitti armati hanno gravi conseguenze sulla salute mentale dei soggetti coinvolti direttamente ma anche indirettamente. Ecco perché, in questo momento, gli effetti della guerra si registrano pure nelle persone impegnate anche solo a seguire l’avanzare degli eventi e che, per di più, sono già provate duramente dagli esiti della pandemia. La guerra fa paura, a tutti. Così, quello che sta accadendo incide inevitabilmente sulla salute fisica, mentale e sociale dei soggetti più fragili, come bambini e adolescenti, categorie fortemente vulnerabili allo stress e con minori capacità di adattamento ai traumi. Tutto questo può divenire devastante per il loro sviluppo.

La letteratura medica riporta numerosi studi sulle conseguenze dei conflitti armati sugli individui in età evolutiva, come ad esempio un più elevato rischio di nascita prematura ed un incremento di mortalità infantile. Inoltre durante l’infanzia e l’adolescenza viene segnalata una più alta incidenza di disturbi d’ansia e dell’umore, con evoluzione, nel 30-40% dei casi, in un disturbo post-traumatico da stress. Tale condizione psicopatologica determina un’importante compromissione della salute psichica anche in età adulta.

Recenti ricerche evidenziano, in aggiunta, come le conseguenze psichiche della guerra perdurino nelle generazioni successive, determinando ripercussioni negative transgenerazionali sulla salute mentale. Questo vale per i bambini dei paesi dove la guerra c’è, ma vale in qualche misura anche per i bambini che la guerra la vedono alla televisione o attraverso i racconti degli adulti. Le esperienze traumatiche possono difatti portare problemi di concentrazione, di comportamento ed emotivi. Nella maggior parte dei casi le conseguenze di un trauma infantile non passano da sole, ma sono necessari interventi precoci e specialistici, anche poi nelle fasi successive.

Un altro aspetto rilevante è che la guerra arriva in un momento storico già critico: la pandemia ha già avuto un forte impatto sulla salute mentale e fisica di bambini e adolescenti. Alcune ricerche hanno rilevato come il benessere psichico dei minori sia diminuito di più del 10% a livello globale e come ci sia stato un aumento di rabbia, noia, difficoltà di concentrazione, senso di solitudine e di impotenza, stress e disturbi del sonno. Anche per questo motivo, evitiamo che l’argomento guerra diventi predominante nelle nostre giornate e cerchiamo di far sentire i nostri bambini al sicuro.

Infine un altro aspetto su cui riflettere è l’arrivo di bambini profughi provenienti dalle zone coinvolte nel conflitto: i bambini traumatizzati cui è stato negato il futuro in Ucraina rischiano di essere ulteriormente traumatizzati. Infatti quando un disastro di qualsiasi tipo minaccia la vita delle persone, molti dei sopravvissuti vanno incontro a reazioni da stress acuto, tanto quanto a reazioni depressive o legate alla perdita. Per tale motivo, è necessario riconoscere il grande vantaggio di un intervento tempestivo per prevenire l’insorgenza di future psicopatologie debilitanti, come il Disturbo Post-Traumatico da Stress. Un efficace supporto sociale consiste nel creare un clima accogliente e dare informazioni sicure.

Per tale motivo anche i media dovrebbero raccontare gli accaduti senza contribuire a sviluppare ulteriore angoscia e panico. In questo tempo di grande incertezza è indispensabile fare tutto il possibile per proteggerci e proteggere i nostri ragazzi, chiedendo a gran voce di cessare la guerra, ogni guerra.

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