Buona (a dir poco) la prima per Igor Tudor. Al cospetto di una Roma arrivata in pompa magna a Verona a punteggio pieno e ovviamente da prima in classifica, i ragazzi in maglia gialloblù, rinfrancati dalle indicazioni del nuovo tecnico croato, gettano il cuore oltre l’ostacolo e si portano a casa tre punti importantissimi, del tutto inaspettati alla vigilia, anche per i più ottimisti. Eppure a ben pensarci le premesse per fare bene c’erano, perché il ritorno “all’antico” di Tudor riporta lo spirito guerriero all’undici veronese, smarrito nella precedente gestione. E con quello è arrivata anche una clamorosa vittoria che rilancia le ambizioni della squadra. 

La Curva Sud

Pronti via e si vede subito un Hellas all’assalto. Simeone e soci, complice forse anche una tattica inizialmente un po’ attendista del dirimpettaio José Mourinho, schiacciano fin dall’inizio sull’acceleratore e dopo pochi minuti si rendono pericolosi con Lazovic (colto, però, in fuorigioco) e Simeone, che sfiora il palo dopo un’insistita azione personale. Dall’altra parte una Roma che si fa vedere raramente dalle parti di Montipò, ma che con il suo 4-2-3-1 mette sempre in superiorità numerica il proprio centrocampo rispetto al 3-4-1-2 di Tudor. I giallorossi lasciano dapprima sfogare gli avversari e approfittando dell’inevitabile calo fisico: sotto una pioggia battente prima sfiorano la rete del vantaggio con un colpo di testa di Cristante sugli sviluppi di un calcio di punizione dalla tra quarti che sfiora la traversa e poi, dopo una rocambolesca azione sviluppata sulla destra, trovano il gol al 36’ con un sontuoso colpo di tacco di capitan Pellegrini, che trova l’angolino basso alla sinistra dell’estremo difensore scaligero.  Dopo l’ennesima folata di Zaniolo, che punta spesso Ceccherini mettendolo in difficoltà, il tempo si chiude sull’0-1 per i giallorossi. 

Il tempo di riordinare le idee negli spogliatoi e l’Hellas parte a spron battuto nel secondo tempo, trovando nell’arco di 8 minuti l’uno-due che ribalta il risultato. Prima Barak al 4’, abile nel trovare il tap in vincente dopo un cross di Caprari dalla sinistra deviato da un difensore e non allontanato a sufficienza da Rui Patricio, e poi all’8’ con lo stesso Caprari che sempre da sinistra entra in area e fredda l’estremo difensore romanista con un tiro rasoterra in diagonale che coglie ancora una volta l’angolino basso. Un delirio per il popolo dell’Hellas, che dopo poco deve masticare amaro per l’autogol di Ilic, che al 12’, nel tentativo di rinviare il pallone dalla propria area, lo mette alle spalle dell’incolpevole Montipò. La partita, però a questo punto diventa bellissima, l’Hellas gioca di rimessa con le veloce giocate di Caprari in serata di grazia e Simeone e dall’altra parte la Roma non riesce a trovare il bandolo della matassa e si infrange contro la difesa dell’Hellas tornata quella coriacea degli anni scorsi. E così, sull’onda dell’entusiasmo, l’Hellas trova il nuovo vantaggio con Faraoni al 18’, quando raccoglie un assist di Simeone al limite dell’area e scaglia un missile all’incrocio dei pali. È il 3-2 che manda ancora una volta in cielo il popolo gialloblù.

I festeggiamenti a fine partita dei giocatori gialloblù

La girandola delle sostituzioni (con Kalinic che entra al posto di uno spompato Simeone e Tameze che entra al posto di Bessa, partito dal primo minuto) non cambia l’inerzia della partita, anche se Mourinho, dall’altra parte, tenta diverse contromosse inserendo Mikhitaryan, El Shaarawy e Perez al posto di Zaniolo, Shomurodov e Veretout. È l’Hellas, però, ancora una volta a sfiorare il gol con Caprari che raccoglie un buon cross rasoterra di Kalinic e spara ancora una volta un violento diagonale, stavolta ben parato in calcio d’angolo da Rui Patricio. 

Il tempo scorre e la Roma nell’ultimo quarto d’ora si posiziona nella metacampo avversaria, ma gli uomini di Tudor stringono i denti e resistono come un fortino a tutti gli assalti dei giallorossi, che sfiorano il gol del pareggio (in particolare con El Shaarawy di testa) ma non trovano alla fine quel gol che avrebbe loro permesso di portarsi a casa almeno un punto.

Una vittoria decisamente scacciacrisi per l’Hellas, che riparte così nel migliore dei modi, dopo il traumatico addio di Di Francesco e l’arrivo di Tudor dei giorni scorsi. Il calendario ora mette davanti, mercoledì sera in trasferta, una Salernitana in piena crisi, ancora a zero punti e con la necessità di sbloccare la propria classifica. Per l’Hellas una nuova sfida da giocare, sportivamente parlando, con il “coltello fra i denti”. 

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