La stagione 2020 della F1 ha chiuso i battenti, consegnando agli annali la sesta stagione dell’era ibrida, ancora dominata dal vincente connubio tra il team Mercedes e il suo alfiere Lewis Hamilton. La continuazione del rapporto tra la casa tedesca e il pilota inglese, peraltro, anche se al momento nessun rinnovo contrattuale è stato sottoscritto, sembra essere una pura formalità, in quanto manca solamente l’accordo tra le parti sul piano economico. Le premesse perché questo ciclo possa continuare, quindi, sembrano esserci tutte.

Il campione del mondo 2020 Lewis Hamilton

Tornando al campionato concluso, sono molte le eredità che esso ci lascia. Prima di tutto l’apprezzamento più grande spetta agli organizzatori del Circus, abilissimi nel fronteggiare la pandemia Covid esplosa nello scorso marzo, quando i piloti si trovavano già sul circuito di Melbourne, in Australia, per il primo GP della nuova stagione. L’imprevisto esplodere del virus ha reso necessario lo stravolgimento del calendario che, eccezion fatta per le ultime tre gare previste in Turchia ed Emirati Arabi, ha subito modifiche decisamente importanti. Si è dovuto rinunciare, infatti, a correre in America e in Asia, dove la situazione sanitaria contingente impediva qualsiasi tipo di manifestazione, e si è tornati a privilegiare l’Europa, optando anche due volte per lo stesso autodromo, come avvenuto in Austria e Gran Bretagna, o reclutando circuiti dove mai si era corso prima, come il Mugello e Portimao. In totale i 17 GP disputati, contro i tradizionali 21, considerando lo spostamento della prima gara ai primi di luglio, rappresentano senz’altro un successo organizzativo senza precedenti. Certo, come anche per altre discipline motoristiche e non, è mancata la presenza degli spettatori sugli spalti ma la rinuncia, con ricadute senza dubbio importanti prima di tutto sui bilanci degli autodromi, era diventata inevitabile per la tutela collettiva della salute. In questo, peraltro, la F1 è stata davvero di esempio, con una cura quasi maniacale  delle misure anti-Covid che, grazie soprattutto all’utilizzo costante di mascherine ai box e davanti a telecamere e taccuini, ha riscontrato solo due casi di positività al virus tra i piloti.

Un’altra tematica ritornata prepotentemente alla ribalta è stata la sicurezza in pista. Lo spettacolare incidente occorso al francese Romain Grosjean, durante il primo giro del Gp del Bahrein, ha portato indietro le lancette di qualche decennio quando, nel lontano 1989, il tedesco Gerhard Berger, nel Gp di San Marino, rimase come lui intrappolato nella macchina in fiamme. Allora, a evitare la tragedia ci pensò il tempestivo intervento con gli estintori dei commissari mentre stavolta è stato lo stesso pilota transalpino, rimasto miracolosamente vigile dopo il pauroso impatto sul guardrail, a scappare dalla propria vettura prima che fosse troppo tardi. Durante questi trent’anni il mondo della F1 ha sostenuto importanti investimenti in tema di sicurezza di macchine e circuiti come, nella fattispecie, il sistema di protezione Halo installato sulla Haas di Grosjean, che ha consentito alla vettura di rimanere intatta nonostante il potente schianto. Solo pochi anni fa, in assenza di tali misure, l’esito finale in una situazione analoga sarebbe stato sicuramente diverso.

Un’immagine dell’incidente occorso al pilota transalpino Grosjean

Sul piano sportivo, infine, il 2020 consegna alla storia forse la più brutta stagione di sempre della Ferrari. In 17 gare il team di Maranello non è mai stato in grado di lottare né per la pole in qualifica e nemmeno per la vittoria finale in un Gran Premio. Il sesto posto nella classifica costruttori, inoltre, rappresenta un risultato negativo senza precedenti. Nonostante le premesse iniziali non fossero delle migliori – fin dai test invernali di Barcellona la vettura si era rivelata lenta per carenza dei cavalli nel propulsore e nella messa a punto del telaio – tifosi e addetti ai lavori non erano certo preparati a un disastro sportivo di queste proporzioni. A tutto questo, si è, poi, aggiunta la maldestra gestione di un campione come Sebastian Vettel, il cui mancato rinnovo del contratto, noto sin dall’inizio della stagione, ha sicuramente peggiorato l’umore all’interno del team, già di suo lontano dall’essere ottimale.

Il pilota della Ferrari, Sebastian Vettel

L’attenzione si sposta ora sulla prossima stagione dove, vista l’assenza di cambi regolamentari significativi previsti solo a partire dal campionato successivo, potrebbe non arrestarsi il dominio Mercedes, soprattutto se sarà confermato, come sembra, il matrimonio con Lewis Hamilton. Nel frattempo, salvo sorprese, la line up sembra essere già definita con tutte le squadre che hanno già annunciato le proprie coppie di piloti. L’ingaggio più clamoroso è sicuramente quello di Sergio Perez da parte della Red Bull, che ha deciso di puntare sul pilota messicano, autore quest’anno di ottime performance alla guida della sua Racing Point. La possibilità di confrontarsi con il suo nuovo compagno Max Verstappen rappresenta ora per il sudamericano la vera e propria prova del nove. Gli avversari da battere, tuttavia, non mancano. Innanzitutto la Mc Laren, tornata quasi alla competitività di un tempo. Cresciuta tecnicamente nel corso delle ultime stagioni, grazie a ottimi piloti come Carlos Sainz jr – il prossimo anno alla guida di una Ferrari – e Lando Norris, ha dato spesso filo da torcere a team più blasonati e il prossimo anno, con un pilota esperto come Daniel Ricciardo e, soprattutto, con il ritorno ai propulsori Mercedes, è pronta a nuovi e ulteriori progressi. Ci sarà, poi, la Renault, che ritrova un campione come Fernando Alonso, che rientra in pista dopo due anni di assenza mentre è da registrare l’atteso ritorno del nome Schumacher, nuovamente presente nella massima serie con il giovane Mick, primogenito del campionissimo Michael, che farà il suo debutto alla guida di una Haas. Infine la Ferrari che, lasciato andare Vettel all’ Auston Martin, si affiderà al suddetto Sainz e al confermatissimo francese Leclerc.

Le premesse per un campionato scoppiettante, pur con il probabile dominio Mercedes, sembrano quindi esserci tutte. Vedremo.

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