In concomitanza con la 18esima edizione del Tocatì, si è svolta in Cortile Mercato Vecchio la 7ima edizione de “La pellicola che ti tocca”, iniziativa organizzata da Diplom Art e Bridge Film Festival, con la quale il cinema incontra i giochi di strada. Quest’anno l’evento è stato diviso in due serate ben diverse tra loro. Nella prima, è stata proiettata una selezione di cortometraggi d’animazione d’autore. La seconda invece ha reso omaggio al regista Mario Soldati.

La prima serata

La prima serata, quella di venerdì 18 settembre, ha visto la partecipazione di alcuni degli autori dei corti proiettati. Si è partiti con Correre del veronese Nicholas Bertini, il corto vincitore dell’ultimo Bridge Film Festival. In 4 minuti, Bertini mescola riprese dal vivo e animazione per raccontare come “correre” non sia «solamente un’azione ma è anche – e soprattutto – una parola. E per funzionare come tale deve essere scritta bene. La grafia, le lettere, il corsivo o lo stampatello sono elementi caratterizzanti dello stile di una corsa». E diventano gli elementi con i quali Bertini costruisce un volo di fantasia in cui sono la grafica e le sue evoluzioni a dare il ritmo alla narrazione.

Bertini era presente insieme a Emanuele Kabu, animatore e grafico bellunese che ha collaborato anche con artisti come Populous e Myss Keta per la realizzazione di videoclip intricatissimi e dalla grafica davvero impressionante. Ecco un paio di quelli che abbiamo potuto vedere venerdì.

Tra i lavori presentati, anche quelli di Magda Guidi (Ecco, è ora) e Marco Jemolo. Di quest’ultimo abbiamo apprezzato il pluripremiato Framed, una distopia kafkiana in stop motion che potete vedere di seguito.

Il piatto forte della serata è stato comunque la selezione di corti di Donato Sansone, uno dei più talentuosi animatori italiani del momento. I suoi lavori sono spesso dei veri e propri incubi lisergici, inquietanti spaccati delle nostre sensazioni e paure più ancestrali. Film in cui il sonoro, con i suoi rumori liquidi e umidi, regala un livello di concretezza ulteriore a immagini che spesso colpiscono per la loro forte componente carnale.

Tra i suoi corti abbiamo visto anche Journal animé, candidato a un premio César, e il bellissimo Concatenation 2 – Olympic Game, realizzato lo scorso maggio per celebrare le Olimpiadi mai tenutesi.

La seconda serata

L’omaggio al regista torinese Mario Soldati ha preso la forma del documentario Viaggio nella valle del Po alla ricerca di cibi genuini, scritto e diretto dal Soldati per la RAI nel 1957. Una fotografia di un’Italia che, sotto molti aspetti, non c’è più. Il regista di Piccolo mondo antico, Malombra e La provinciale conduce il pubblico in un viaggio nella sua terra natia, per esplorare usi e costumi e tessere le lodi delle specialità culinarie del luogo.

L’enfasi sul tema culinario lo lega curiosamente ad alcune ossessioni che dominano la televisione di oggi, come appunto gli show gastronomici. Il documentario, rivisto oggi, appare come una celebrazione di un Paese in fieri, spinto avanti dall’ottimismo che si respirava alla fine del conflitto. Un Paese che ci credeva, in cui la televisione serviva anche per gettare un ponte tra nord e sud. Impossibile che, a visione ultimata, non scenda almeno una lacrimuccia.