Al Film Festival della Lessinia, in svolgimento a Bosco Chiesanuova, non è mai mancato il temporale. Domenica sera, come da tradizione, vento forte e pioggia si sono scatenati nella montagna scaligera. Nulla in confronto con il disastro di pioggia, vento e grandine che si è abbattuto, nelle stesse ore, sulla città di Verona, in parte devastandola.

La quarta giornata del FFdL vede la prima parte, quella pomeridiana, dedicata ai bambini, sezione sempre di ottimo livello. Alle 18 si entra nella sezione “Montagne Italiane” con l’anteprima mondiale di Ferro, film italiano per la regia di Alessio Zemoz. Un film che concentra la propria attenzione sulla tradizione della Badoche, rituale che pare affondare le proprie radici nei riti celtici. Siamo a Sarre in Val d’Aosta, in occasione della festa del patrono. Qualche tempo prima della festa i giovani scapoli si riuniscono e preparano una festa che durerà quattro giorni e culminerà nel ballo collettivo nella piazza del paese. Religione, cultura e tradizione si mescolano ed accompagnano i giovani al passaggio verso l’età adulta. Padrona assoluta della festa è la musica tradizionale.

In Pratomagno, altro film italiano, diretto da Gianfranco Bonadies e Paolo Martino ci spostiamo in Appennino. Il film prende il titolo dalla splendida dorsale appenninica situata tra Casentino, Firenze e Arezzo. Suleyman arriva dal Gambia e fa il pastore di capre. Alberto, bimbo di pochi anni, è nato in quei territori. Tra loro nasce un’amicizia speciale. Alberto accompagna Suleyman nelle sue occupazioni giornaliere e anche nei momenti di svago. La loro sembra essere una perfetta simbiosi di vita e natura. A Suleyman, però, manca la propria casa, manca il Gambia e vorrebbe provare a rientrare. I tempi non sono propizi, il clima politico è in cambiamento e non c’è la sicurezza che una volta tornato a casa lui possa rientrare in Italia. Sono 29 minuti molto intensi dove alle immagini si sovrappongono elaborazioni computerizzate che offrono, a chi assiste alla proiezione, la possibilità di vivere la storia su due livelli che si completano a vicenda.

Alle 21 ritorna il concorso per la “Lessinia d’Oro”. Latte Nero, anteprima per l’Italia (foto di copertina), è un film che parla di Mongolia. Uisenma Borchu è allo stesso tempo regista e protagonista principale. Nonostante l’opposizione del suo compagno, che la considera una sua proprietà, Wessi vuol tornare in Mongolia e ritrovare la sorella Ossi e la propria famiglia. I molti anni trascorsi in Occidente fanno di Wessi una persona diversa, lontanissima dalle tradizioni e dai modelli di vita di chi, come i suoi parenti, vive la vita nomade delle yurte. Per scelta della regista il film, girato nel Deserto del Gobi, non si sofferma sui facili effetti del paesaggio ma si concentra su dialoghi molto fitti, silenzi ma anche sulla vita concreta nelle yurte. Oriente e Occidente si confrontano e si scontrano, in un susseguirsi di azioni, pensieri e desideri.