Non so se lo abbiate notato anche voi. Pur adesso che la vita collettiva è anestetizzata e ferma aspettando non Godot ma almeno il rallentamento di una pandemia mondiale, a volte alcuni piccoli segni ti ricordano dell’esistenza di una modalità altra, precedente (e speriamo pure successiva) all’assetto attuale. Un po’ come in Matrix,dove il déjà vu esplicita un’imperfezione della matrice appena riprogrammata (Trinity dixit). Tipo quando appare due volte lo stesso gatto nero che zompetta stordito in due piani diversi dell’edificio mentre Neo & co inguainati in vestiti di pelle come neanche i dominatori sadomaso fanno 7,456 rampe di scale nello stesso tempo in cui tu metti giù il piede (UNO) dal letto. Fuor di cinematografia, alcune ricerche indicano il déjà vu come un “antivirus neuronale”, una specie non di falso ricordo ma di controllo della memoria per risolvere la presenza di un conflitto, per controllare se è tutto ok.

Cioè. Se guardi i banner o i link sponsorizzati che ti si presentano su facebook o altrove, fila tutto liscio. È tutto in linea con la realtà distopica attuale. Ci sta la pubblicità del corso di lingue online che se compri 6 mesi di abbonamento te ne regala altri 6, così almeno puoi parlare con i tuoi o non parlare con nessuno anche in arabo o tedesco. Ci stanno tutte le pubblicità di vestiti-per-tutte-le-stagioni/scarpe/pietre-preziose per essere delle “icone della moda” (cit.), perché anche se al momento quel che va per la maggiore è il pigiama meglio essere previdenti che prima o poi finisce e con tutto quello che ci stiamo magnando il guardaroba s’avrà da rifare. Per lo stesso motivo, ci stanno le pubblicità per le creme-rassodanti-snellenti-idratanti-massaggianti-incoraggianti-filosofeggianti-e-che-fanno-pure-il-caffé.

Per altri motivi, ci stanno anche i suggerimenti culinari dati da (lista non esaustiva ma frutto di selezione casuale limitata a due, che sennò l’articolo viene troppo lungo): 

a. noti marchi di formaggio spalmabile che propongono ricette per riscoprire “la fantasia in cucina e il gusto di sentirsi in famiglia anche a distanza” servendo pizza alla crema di cavolo romano e acciughe del cantabrico – ‘na cosetta semplice eh: forse le acciughe o il cavolo esotici li trovi, ma la farina ormai è roba da mercato nero – per un aperichat skype/zoom/wup;

b. gente che non sai bene chi sia (ma sulla cucina non fai tanto testo) che propone in tempi di isolamento di pensare ai propri cari regalando “una cena stellata a casa”. Fico. Solo che a casa ti arriva non un’anatra all’arancia ma un kit con il quale “tutti possono cucinare piatti da urlo e sentirsi degli chef stellati”. Lo stesso contiene una “video ricetta dello chef stellato [sisisisisi sempre lui]” e “ingredienti già dosati”. Il che non suona benissimo. Perché se uno non sa manco dosare gli ingredienti poi difficilmente riuscirà a tirare fuori il Cracco sonnecchiante che c’è in lui, ma tant’è. Però magari in ‘sto kit c’è anche la farina, e forse costa pure de meno che al mercato nero. Che qui tra un po’ ci arriva addosso una crisi economica che meglio ‘na pasta aglio e olio fin da subito, dai.

Insomma, questi e altri messaggi dall’esterno ci stanno tutti, sono in linea con la matrice.

Però eccolo il gatto nero ripetente (non nel senso che non studia e non si applica, ma nel senso che si ripete nello schema quando non dovrebbe farlo). Alla radio dicono che “voi del [xyz, segno astrologico] oggi dovete curare maggiormente le relazioni interpersonali, perché siete un segno che deve brillare in società”. Relazioni interpersonali? Società? Gatto nero dissonante alert! Eccola, l’imperfezione della nuova matrice fornita da un astrologo improvvido e incurante del fatto che ora anche le stelle, quelle della cucina e/o quelle in cielo, devono essere un tantino aggiornate alla nuova realtà, ma che non è/sarà sempre così.

Sulla falsariga di questa riflessione, un pensiero speciale va a tutti i nati sotto il segno dell’Ariete, che poveri cristi fanno il compleanno tra il 21 marzo e il 20 aprile. Cioè adesso. Quando invece che pagare per andare fuori a festeggiare il fatto che sono più vecchi possono al massimo pagare per stare a casa a vedere dei simpaticoni che da video mostrano loro quanto in genere non ce la possiamo fare, perché happy few esclusi con le cene stellate siamo più ripetenti del gatto di Matrix. Vi siamo vicini, gente dell’Ariete. E siamo contenti che esistano i gatti di Matrix dissonanti, pure.

Nel mezzo del cammin di nostra vita/mi ritrovai per una selva oscura

ché la diritta via era smarrita./Ahi quanto a dir qual era è cosa dura

esta selva selvaggia e aspra e forte/che nel pensier rinova la paura!

Tant’è amara che poco è più morte;/ma per trattar del ben ch’i’ vi trovai,

dirò de l’altre cose ch’i’ v’ho scorte./Io non so ben ridir com’i’ v’intrai,

tant’era pien di sonno a quel punto/che la verace via abbandonai.

Dante Alighieri, CommediaInferno, Canto I