Quando, durante le lezioni d’inglese al liceo, facevi il simpatico creativo e traducevi “The pen is on the table” con “Il pipparuolo è sulla tavoletta”, è probabile che da grande farai distributore cinematografico in Italia.

Superato il trauma per l’involuzione dal più conciso Long shot in favore dello stupidamente prolisso Non succede, ma se succede…, eccoci di fronte all’ennesima commediola americana non indispensabile come tante, ma fortunatamente sufficiente per risollevare l’umore dopo una giornata un po’ storta.

Avete presente quelle belle commedie di una volta, quelle che accontentavano sia chi era in cerca di un po’ di sano romanticismo che chi voleva semplicemente divertirsi con qualche buona battuta pungente e raffinata? Ecco, scordatevele.

Fino a qualche anno fa era più semplice andare al cinema con la propria compagna ed uscire entrambi soddisfatti, ma da quando i fratelli Farrelly con Tutti pazzi per Mary (1998) sdoganarono lo sperma nei “film per tutti” (nei porno mi sa che già lo era), la commedia non fu più la stessa.

Se la parte più adolescenziale che è in noi si diverte ancora con le gare di rutti, non può sempre essere così per tutti, anche perché negli anni a seguire nel Cinema si è tentato di spostare l’asticella sempre più verso il basso.

La coppia formata dal produttore Evan Goldberg e dall’attore e produttore Seth Rogen è responsabile, almeno in parte, di questa trasformazione e ha sfornato “capolavori assoluti” (definizione molto di moda utilizzata a sproposito dai più da quando è uscito Joker) come StrafumatiCattivi vicini e Sballati per le feste. Personalmente, pur non amando certi tipi di competizioni, devo dire che mi sono ritrovato spesso a ridere per le pellicole interpretate dal buffo Seth Rogen anche se, alla fine, le liquidavo quasi sempre come sciocchezzuole buone per una seconda serata in solitaria o tra amici, rigorosamente maschi e momentaneamente decerebrati come me.

Con Non succede, ma se succede…, invece, si cerca di fare un saltino e l’evidente ambizione è quella di rivitalizzare la classica commedia romantica; si coinvolge così nientepopodimenoché Charlize Theron, ovvero il “bello assoluto”, la brava attrice che vorremmo avere tutti come vicina di casa per parlare fino a notte fonda di massimi sistemi, poi si chiama a dirigere l’amico Jonathan Levine, due sceneggiatori come Dan Sterling (molte serie tv) e Liz Hannah e tutto un corollario di convincenti caratteristi ai quali assegnare ruoli secondari. Il risultato finale, però, non soddisfa totalmente, forse anche a causa di un minutaggio esagerato (115 sforbiciabili minuti), ma soprattutto per un’imperdonabile mancanza di coraggio: se l’idea era quella di sovvertire le regole della “rom com”, perché assecondarne la già ampiamente sfruttata struttura senza tentare di scardinarla come la prima divertente oretta lasciava presagire?

Anche se la prevedibilità della trama mal si coniuga con l’approccio “anticonformista” (vabbè) degli autori, alcune battute vanno a segno e la critica al sistema politico americano è, anche questa volta, servita; che poi sia ad uso e consumo di un pubblico che difficilmente sarà il medesimo che ha votato per l’attuale Presidente degli Stati Uniti, beh, è tutto un altro discorso.

Non succede, ma se succede… si salva sulla lama del rasoio grazie ad una Charlize Theron incantevole più che mai e all’innata simpatia di Seth Rogen, ma di sicuro non entrerà a far parte di quella ben nutrita schiera di commedie indimenticabili che, di tanto in tanto, amiamo rivedere.

Voto: 3/5

Non succede, ma se succede…

Regia di Jonathan Levine con Charlize Theron, Seth Rogen, O’shea Jackson Jr, Andy Serkis, June Diane Raphael, Ravi Patel, Bob Odenkirk e Alexander Skarsgard.