Tu non sei molto social, però siccome non vivi ancora in Lapponia senza connessione ti è difficile non sapere, almeno a grandi linee, qual è il giochino trendy del momento. A savoir,il #10YearChallenge, che non è la versione web di un’ipotetica rivalità tra suocera e nuora per stabilire chi fa l’arrosto più buono – si sa che per queste cose servono tempi lunghi, soprattutto perché in genere il lui in questione è parecchio in difficoltà e temporeggia quanto Penelope coi Proci –, ma il postare due foto della medesima persona a distanza di 10 anni, foto in teoria simili per posa e angolazione.

Personalmente, la cosa ti appassiona il giusto – tra i tuoi tanti difetti, c’hai pure quello di essere fotofobica, e non nel senso della luce –, però sei incuriosita. Anche perché gli articoli di moda e costume, esegesi antropo-sociologica e messe in guardia informatiche (relative alla rivelazione di dati utili per allenare gli algoritmi social o le intelligenze artificiali) su quello che tu pensavi essere solo un giochino un filo esibizionistico si sprecano. Senza contare che ci si mettono anche gli ecologisti e gli sportivi, tutti con le loro sante ragioni. Se i primi postano foto di immensi iceberg prima (2009) e di fazzolettini di ghiaccio buoni appena per i Mojito poi (2019) o foto di orsi polari denutriti a mo’ di #globalwarmingalert, per i secondi le rivalità calcistiche si declinano in modi più creativi: un tifoso dell’Arsenal mostra la bacheca dei rivali del Tottenham scevra di trofei sia nel 2009 che nel 2019 – no trofei, no party, qui è il vuoto assoluto e pure la polvere sembra la solitaria particella di sodio dell’acqua Lete che “c’è nessuno???” –, mentre il Borussia Dortmund sfotte il Lipsia, 10 anni fa inesistente come squadra.

Comunque. Interessante appare pure la carrellata di star e relative foto, che confermano un trend apparentemente in voga anche tra i non VIP, e cioè che il tempo sembra non aver cambiato nessuno, se non in meglio. Questo per fisico/conto bancario/qualità di vita/felicità amorosa/accettazione di sé/abitudini alimentari/tempo di reazione quando scatta il verde al semaforo/rapporto con il pesce rosso che nel frattempo è morto ma quello nuovo n. 96 è bello come il primo e pure più felice e consapevole perché nel frattempo lo siete diventati anche voi e trattate il 96 meglio dell’1, parlandogli lungamente e/o lasciandogli davanti il tablet con lo slideshow delle vostre foto quando uscite che così poi non si sente solo. Questo perché 10 anni dopo siete persone fighe uguali e se possibile pure migliori, e tu in teoria ne sei immensamente felice, perché in fondo in fondo sei una fan dell’illuminismo razionalistico che ritrovava nell’avanzamento individuale e collettivo la via per il progresso e il compimento sociale tutto.

Solo che al momento sei troppo preoccupata per il tuo, di avanzamento. Perché tu non c’hai foto a confronto e questo ti salva da paragoni impietosi, però c’hai più rughe e più capelli bianchi di prima, se fai di corsa 3 piani di scale ora sembri asmatica – ma sicuramente sono le scale di oggi che sono fatte più ripide e con angolazioni più challenging –, non è detto che ti vesta meglio, sul guadagnare molto di più meglio non approfondire, continui a preferire i dolci all’insalata sciapa, a volte il verde lo vedi dopo un tot perché pensi ai fatti tuoi per la gioia di tutti, il pesce non ce l’hai mai avuto e quindi non sai se in caso sarebbe più felice. Insomma. Diversamente da tutti questi VIP e non, che magari avranno pure cercato le foto più fiche e angolate e in chiaroscuro ma che comunque sembrano tutti degli highlander, tu ti senti come il ritratto di Dorian Gray – il quadro invecchiato, non il romanzo. Anche perché ‘sta mena del tempo che non passa, mena che si concretizza in un’adolescenza prolungata fino ai 35 anni – dicono alcuni esemplari maschili particolarmente impegnati nella cosa –, in una sostanziale giovinezza fino ai 50 e in una vera vecchiaia solo a partire dai 75 – cfr. articoli al riguardo di qualche mese fa – a te sa un po’ da sòla per non darti la pensione fino agli 85, quando comunque creperai a breve, sempre se ci arrivi. E allora bello il #10YearChallenge, e belli tutti questi Dorian Gray – lui lui, perché il quadro sei tu –, però tu lancerai il tuo personale #in10YearsRetirement. Visto che tu sei l’unica che invecchia, ti sembra giusto prenderti non solo le rughe ma anche la pensione (altrui). In alternativa, c’è sempre il #10Minutes“Fuck!”, che è la versione trendy del più classico “impreca per 10 minuti che forse ti passa intanto che compri il pesce rosso”.

Nel mezzo del cammin di nostra vita/mi ritrovai per una selva oscura

ché la diritta via era smarrita./Ahi quanto a dir qual era è cosa dura

esta selva selvaggia e aspra e forte/che nel pensier rinova la paura!

Tant’è amara che poco è più morte;/ma per trattar del ben ch’i’ vi trovai,

dirò de l’altre cose ch’i’ v’ho scorte./Io non so ben ridir com’i’ v’intrai,

tant’era pien di sonno a quel punto/che la verace via abbandonai.


Dante Alighieri, Commedia. Inferno, Canto I