Shyamalan si sveglia un po’ storto a causa di una peperonata troppo pesante che accompagnava la cena della sera precedente a base di pepata di cozze e di lardo di Colonnata, passa davanti allo specchio del bagno senza avere neppure il coraggio di guardarsi, si siede sulla tazza e… ecco che arriva quello che lui reputa il colpo di genio: “Ma se unissi i protagonisti di Unbreakable con quelli di Split, ma sai che figata che ne verrebbe fuori?!?”. E niente, la digestione deve aver avuto un certo peso sulla creatività.

I presunti colpi di genio del simpatico autore indiano si suddividono in due categorie: quelli riusciti bene (pochi, in realtà), che hanno partorito buoni film apprezzati da critica e pubblico e poi tutti gli altri, troppi, che hanno generato cose onestamente proprio bruttarelle, roba da togliergli il saluto e da non stringergli neppure la mano durante il “datevi un segno di pace” della Messa domenicale.

Vediamo di collocare questo Glass, una vera ode ai fumetti, ai nerd dei fumetti, a semplici appassionati di fumetti: 129 noiosissimi minuti durante i quali non accade praticamente nulla, se non all’inizio ed alla fine, con tre protagonisti le cui prove attoriali potremmo descrivere così:

  • Bruce Willis sta molto bene con la barba bianca;
  • Samuel L. Jackson che per tutto il primo tempo non dice una parola perché sta meditando di denunciare il proprio parrucchiere;
  • James McAvoy che si sbizzarrisce tra faccine, faccette e faccioni accompagnandole da vocine, vocette e vocioni.

I due soli momenti che destano l’attenzione dello spettatore sono quelli della Bestia di McAvoy (la nerboruta personalità con le vene varicose) che si mena con l’impassibile Willis, il quale per contratto in quelle scene deve indossare un giaccone col cappuccio anche se già tutti sanno chi è, altrimenti non sembra un vero eroe dei fumetti e gnegnegne. Nel mezzo niente di interessante, così come la rivelazione finale (Shyamalan dovrebbe uscire dal tunnel dei twist, per il suo e per il nostro bene) che fa ridere ed alzare gli occhi al cielo per la sua banalità.

Il regista ci aveva illusi, con l’horror a basso costo The Visit (2015) e con Split (2016), di avere ancora qualcosa da raccontare e di saperlo fare anche bene, ma questa sua ultima fatica non fa che confermare che le botte di fortuna sono tali proprio perché accadono solo di tanto in tanto.

Voto: 2/5

GLASS

Regia di M. Night Shyamalan
Con Bruce Willis, James McAvoy, Samuel L. Jackson, Sarah Paulson