Da ingegnere elettrotecnico, in pensione, non può fare a meno di interessarsi di energia e delle sue transizioni, ma è appassionato anche di politiche economiche e macroeconomia nella nostra amata e composita Unione Europea. Tra gli interessi ha anche la mobilità cittadina. Canta in un coro sinfonico ed è volontario in un Centro di Comunità.
I Paesi euro-asiatici aderenti alla SCO (Shanghai Cooperation Organization) in un festoso clima di cordiale amicizia, accelerano su energia, sicurezza e sviluppo, sfidando il dominio USA, mentre l’Europa, in crisi, resta ai margini.
L’Europa, un tempo simbolo di cultura e diritti, appare oggi debole e frammentata, schiacciata dal vassallaggio agli Stati Uniti e da un’unità monetaria che ha amplificato squilibri economici e austerità. L’euro, invece di unire, ha alimentato divisioni e il ritorno di nazionalismi.
L’assessorato all’urbanistica decide il volto futuro della città. Cementificare terreni agricoli e cancellare aree verdi nei quartieri non è coerente con gli obiettivi di una giunta progressista, e nemmeno con la visione espressa nel programma elettorale.
Già nel 1972 si poneva il problema della sostenibilità della crescita sul nostro pianeta. Quasi nulla si è fatto da allora e oggi anche guerre e aumento delle spese militari sottraggono risorse alla cura dell’ambiente.
In uno show dominato dal Presidente americano è apparsa chiara la sudditanza agli USA. Il Patto di Stabilità frenerà le spese per la difesa di tanti Paesi europei, ma non il riarmo tedesco.
L’Italia si trova in una crisi demografica senza precedenti, con nascite in calo e una popolazione che invecchia. Tra le cause, fattori sociali e culturali, ma dal 2011 anche una crisi economica senza precedenti che richiede ora, non bonus, ma interventi strutturali per invertire la tendenza.
Con i quesiti referendari i promotori intendono ripristinare alcuni diritti dei lavoratori cancellati dal Jobs Act, contrastando precarietà e bassi salari. A decidere sarà l’affluenza alle urne.
Democrazia, autodeterminazione nazionale e globalizzazione economica sono incompatibili se perseguiti simultaneamente, questo è il cuore del problema europeo, alla base anche della crescita dei partiti sovranisti ed euroscettici.
L’enciclica Laudato si’ non è solo un invito alla sostenibilità ambientale, è anche una critica radicale a un sistema economico che sfrutta in modo indiscriminato le risorse naturali e il lavoro, che mette in discussione il paradigma tecnocratico dominante.
Donald Trump sta agendo in modo maleducato, sgangherato e presuntuoso sull’economia globale. Pur partendo da presupposti economici e obiettivi legittimi, non riuscirà a raggiungere i risultati sperati.