Una presentazione corale, partecipata, capace di intrecciare numeri e voci, analisi e storie. È stata questa, ieri pomeriggio, l’atmosfera dell’incontro dedicato alla 36ª edizione del Dossier Statistico Immigrazione IDOS, ospitato per la prima volta all’Università di Verona, grazie alla collaborazione tra il Cestim e il Centro Studi Interculturali del Dipartimento di Scienze Umane.

L’appuntamento, che si è svolto in contemporanea in decine di capoluoghi italiani, ha offerto come ogni anno un quadro aggiornato e approfondito del fenomeno migratorio, con l’obiettivo di contrastare i falsi miti e le rappresentazioni distorte che ancora alimentano la percezione pubblica del tema.

I temi del Dossier Idos entrano all’Università di Verona

Particolarmente significativa la partecipazione delle studentesse e degli studenti di Scienze dell’Educazione, che seguono il corso di Pedagogia generale tenuto dal professor Portera: un modo concreto per connettere la teoria alla realtà sociale, per comprendere la complessità dei processi migratori e per aprire uno sguardo critico sul proprio futuro professionale nei settori della cura, della tutela e del sociale.

Da sinistra: Antonio Benetti, Agostino Portera
ed Elena Guerra

A portare i saluti introduttivi sono stati Agostino Portera, direttore del Centro Studi Interculturali dell’ateneo scaligero e docente di Pedagogia generale e interculturale, Veronica Atitsogbe, vicepresidente del Consiglio comunale di Verona, Antonio Benetti, presidente del Cestim, Silvana Fanelli, CGIL Veneto, Laura Testa, pastora della Chiesa Valdese di Verona, e Ilaria Menin, Patronato ACLI Verona.

Come ha sottolineato Agostino Portera nel suo intervento, la conoscenza è il primo passo verso il dialogo interculturale e verso politiche più umane e lungimiranti. Per Veronica Atitsogbe essere presenti nelle aule universitarie è un ottimo segnale di dialogo tra le istituzioni, la ricerca e le nuove generazioni che devono ampliare lo sguardo sulle politiche sul tema dell’accoglienza e dell’incontro. Antonio Benetti, presidente del Cestim, ha ricordato quanto la storia del Cestim sia intrecciata a quella del dossier, essendo entrambi nati all’inizio degli Anni Novanta.

Per Laura Testa lo sguardo sull’alterità deve essere anche uno sguardo filosofico e spirituale, e il sostegno anche economico al dossier è una prova di quanto si possa fare rete collaborando alla realizzazione annuale di un testo ricco di date e informazioni come quello di Idos. Silvana Fanelli e Ilaria Menin hanno ampliato il discorso sul mondo del lavoro e di quanto oggi si faccia ancora poco per la tutela delle persone con background migratorio rispetto al bilanciamento tra occupazione e accesso a casa e servizi di base.

L’incontro di presentazione del Dossier statistico immigrazione IDOS si è svolto martedì 4 novembre in aula Caprioli dell’Università di Verona

I dati su Verona e Veneto

La sociologa Gloria Albertini, ricercatrice del Cestim, ha presentato i dati nazionali e locali, offrendo una lettura approfondita della presenza e delle condizioni di vita dei cittadini stranieri a Verona e nel Veneto.

Nel 2025 le persone straniere residenti in Veneto sono oltre 507mila, pari al 10,5% della popolazione regionale, con una crescita contenuta (+1,3%) e una leggera prevalenza femminile (50,2%). Il Veneto si conferma così la quarta regione italiana per numero di residenti stranieri e la prima tra le grandi regioni per tasso di acquisizione di cittadinanza (5,23%). Nella provincia di Verona gli stranieri sono 112.117, pari al 12,1% dei residenti, con un’incidenza superiore alla media nazionale (9,2%).

Sul piano demografico, Verona mantiene una presenza stabile grazie anche alle acquisizioni di cittadinanza (quasi 6.000 nel 2024) e ai bambini nati in Italia da genitori stranieri, che rappresentano oltre il 70% degli alunni con cittadinanza non italiana nelle scuole del territorio. Gli alunni con cittadinanza non italiana (CNI) sono 22.430, pari al 17,4% del totale, con un trend che vede diminuire gli alunni italiani (-7.530 in cinque anni) e crescere quelli CNI (+2.172).

Per quanto riguarda i permessi di soggiorno, in Veneto se ne contano 348 mila (+3,7% rispetto all’anno precedente), di cui il 57,6% di lungo periodo. Tra quelli a termine prevalgono i motivi familiari (41,2%) e di lavoro (29,8%), mentre la protezione internazionale rappresenta il 23,3%. A Verona, i permessi seguono una distribuzione simile: 43,9% per famiglia, 31% per lavoro e 21,4% per protezione, con un calo dei nuovi rilasci (-7%).

Il lavoro rimane un asse centrale: in Veneto sono 272.400 i lavoratori e le lavoratrici con background migratorio, con un incremento di 10mila unità e un miglioramento della componente soprattutto maschile, segno di una segregazione e segmentazione del lavoro che esclude la parte femminile della popolazione. Le imprese guidate da persone immigrate sono 55.247, in aumento (+1,4% in un anno, +7,2% in cinque anni), pari al 12% del totale regionale e al 13,3% nella provincia di Verona. Le rimesse inviate dal Veneto ammontano a 694 milioni di euro, di cui 163 milioni da Verona, a testimonianza del ruolo economico stabile e vitale delle comunità migranti sul territorio.

Ferite di confine: il caso del protocollo italo-albanese

Gianfranco Schiavone, presidente dell’ICS di Trieste e membro della redazione nazionale del Dossier IDOS, ha chiuso il tavolo di confronto con una riflessione sulle “ferite di confine”, analizzando in particolare il controverso protocollo Italo-albanese in materia di gestione dei flussi migratori. Un’azione del governo Meloni totalmente fallimentare se si pensa che su mille posti, attualmente siano trattenute 18 persone.

Schiavone ha messo in luce il danno economico ed etico di un accordo che prevede la costruzione di centri per migranti in territorio albanese: una scelta che, a suo avviso, “non ha senso”, poiché trasferire fuori dall’Unione Europea persone al solo scopo di esaminare le loro domande di asilo comporta una procedura lunga, costosa, farraginosa e poco garantista, che rischia di minare i principi fondamentali del diritto internazionale e dell’accoglienza.

Il dossier a cura di IDOS

Realizzato con il sostegno dell’Otto per mille della Chiesa Valdese e dell’Istituto di Studi Politici “S. Pio V”, il Dossier IDOS rappresenta la più completa raccolta di dati ufficiali sull’immigrazione in Italia e in Europa. Ogni edizione coinvolge oltre cento esperte ed esperti tra i più autorevoli del settore, con l’obiettivo di fornire strumenti di conoscenza fondati su evidenze e non su paure o stereotipi.

Foto da Unsplash di Alberto Bigoni

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