Tre sconfitte nelle ultime quattro partite, nessuna vittoria al Gavagnin in stagione, infortuni continui, cambi frequenti di formazione e una classifica che inizia a spingere verso i bassifondi. Nella gara di ieri contro il Trento, con gli ospiti che si sono imposti con un netto 0-3, sono emerse tutte le criticità della Virtus Verona, che ora deve guardare con attenzione verso il basso per cercare di risalire in una classifica tutt’altro che stabile.

Al Gavagnin “passa” il Trento

Dal fischio iniziale al triplice fischio finale, passando per quello di metà gara, il Trento è stato padrone del campo in lungo e in largo, ma soprattutto nello stretto. Infatti, Tabbiani & Co l’hanno vinta proprio lì. Nonostante un inizio con alti e bassi per la Virtus, la proposta di gioco è rimasta coerente sin dall’inizio della stagione: densità centrale volta a creare superiorità in manovra, sfruttando gli accentramenti dei quinti di centrocampo in zona 3/4 per dialogare con le punte.

Il Trento, però, ha preparato la gara con l’obiettivo di eliminare qualsiasi corridoio centrale che potesse consentire incursioni mediane da parte dei rossoblù. In fase di non possesso, il Trento pressava la Virtus molto alto, schierandosi con una sorta di 4-5-1 compatto, con poca distanza tra i reparti, volto a creare un muro per bloccare le vie centrali. Fanini, primo costruttore, veniva seguito a uomo da Sangalli, così come Patanè, spesso contrastato duramente da Maffei.

@ph.nicolaguerra

La partita è stata vinta proprio a centrocampo, come entrambi gli allenatori, Fresco e Taballi, hanno confermato nella conferenza post-match. Il primo ha sottolineato le difficoltà che i suoi uomini hanno avuto nel gestire le rapide incursioni delle mezze ali trentine, che spesso si invertivano di posizione con i rispettivi esterni. Il secondo ha invece ribadito l’approccio studiato, voluto e ottenuto sin dall’inizio della gara: “La Virtus è una squadra con tanta qualità, per questo il nostro obiettivo era mettere molta pressione per togliere giocate semplici”.

E così è stato. Anche i cambi, per la Virtus, hanno rivoluzionato poco l’andamento della gara. Pagliuca ha ridato un barlume di elettricità all’attacco, ma sacrificando al suo posto un centrocampista si è tornati inevitabilmente al punto di partenza.

Approccio da rivedere, e gli interpreti?

Nove dei diciotto goal subiti nella prima mezz’ora, sei nei primi dieci minuti. Nell’approccio iniziale della Virtus c’è qualcosa che non funziona. Così come non torna il punteggio al Gavagnin-Nocini, considerato a gran voce una roccaforte: quest’anno sono sette le partite disputate, quattro i pareggi e tre le sconfitte, con un andamento che si è invertito rispetto alla passata stagione, in cui entrambe le capoliste (prima Padova, poi Vicenza) avevano subito battute d’arresto. Battute d’arresto che però stanno perseguitando anche la Virtus stessa. De Marchi, tornato sia titolare che al gol nella sfida di Novara, ha subito un ulteriore ricaduta muscolare nella rifinitura di venerdì e rimarrà indisponibile per almeno due settimane. Indisponibili anche Mastour, Caia e soprattutto Fabbro, che, vista l’assenza di De Marchi, era partito con numeri promettenti.

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Insomma, nella partita contro il Trento, il reparto d’attacco è stato sostenuto solo da Mancini per tutto il primo tempo, e il peso di non avere un compagno che potesse allungare la squadra con attacchi alla linea si è fatto sentire notevolmente. Il Trento, alzando la pressione, portava la difesa ad alta quota, e il solo Mancini, che per caratteristiche fisiche preferisce giocare di fronte al pallone, non è riuscito a uscire dalla gabbia gialloblù.

Resta il fatto che i continui e ripetuti acciacchi del “bomber” De Marchi stiano costando molto a una Virtus già di per sé in crisi. Il suo ritorno potrebbe ristabilire delle gerarchie che finora sono mancate, essendo lui, a detta di Gigi Fresco “tra i sei giocatori di questo girone A a spostare notevolmente gli equilibri”.

La classifica mette pressione

Il campionato di Serie C è una vera e propria montagna russa, le cui turbolenze scuotono e riscrivono settimana dopo settimana la classifica, accorciandola e compattando molte squadre a pochi punti di distanza l’una dall’altra. Dal quartultimo al quarto posto, per intenderci, separano appena nove punti (tra 10 e 19), a testimonianza del continuo cambiamento delle posizioni. La Virtus si trova momentaneamente a 11 punti, occupando il 15° posto in classifica. Un tonfo inatteso, soprattutto dopo la serie di ottime prestazioni contro Brescia, Lecco e Vicenza.

Era fondamentale la sfida contro la Pro Patria, era fondamentale quella di sabato contro il Trento, così come Novara la settimana precedente. Nonostante ciò, Gigi fresco è riuscito a raccogliere solamente un punto su nove disponibili. Ora la Virtus non ha più scuse, serve reagire, affrontando queste ultime sette gare di chiusura del girone d’andata con la massima determinazione. Le Big, tolto l’Alcione momentaneamente quinto, sono già state tutte affrontate, ma come è emerso nelle ultime settimane, la Virtus sembra trovarsi a proprio agio solamente quando la strada si fa in salita.

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