Giovani impegnati, di talento e soprattutto consapevoli di vivere in una terra e in una nazione in cui la lotta alle mafie è un obbligo morale, e che imparano a conoscere il fenomeno mafioso e il modo più efficace per contrastarlo: la cultura. Sono loro i protagonisti dell’incontro promosso dalla Regione Veneto e organizzato da Avviso Pubblico in collaborazione con Libera

In una diretta di oltre due ore si sono incontrati il presente e il futuro della lotta alla mafia, il primo rappresentato dallo stato e dall’associativismo, il secondo dai giovani delle scuole superiori e dall’Università di Padova, impegnata nella ricerca sulle nuove forme della criminalità organizzata e dei metodi per contrastarla. 

Quasi cinquecento persone hanno seguito l’incontro, curato dal Coordinatore Nazionale di Avviso Pubblico Pierpaolo Romani, a cui hanno partecipato sia membri delle associazioni antimafia che i rappresentanti delle istituzioni.

L’evento si è aperto con alcuni interventi delle autorità come il presidente del consiglio regionale Roberto Ciambetti, il prefetto di Venezia Vittorio Zappalorto e l’assessore alla Sicurezza della Regione Veneto Cristiano Corazzari, i quali hanno ricordato l’importanza della conoscenza come arma principale contro le mafie, invitando gli studenti in collegamento a leggere i libri dedicati a chi dell’antimafia ha fatto la propria missione e, troppo spesso, ha sacrificato la propria vita.

Il prefetto Zappalorto, usando un’espressione forte e sentita, ha invitato gli studenti e i giovani alla fatica, a evitare la ricerca di scorciatoie, perché solo alimentando la cultura del rispetto delle regole si creano cittadini per bene e si toglie spazio alla criminalità organizzata. 

Dopo i ringraziamenti di rito da parte dei vertici di Avviso Pubblico e Libera, è stata la volta degli studenti, che hanno mostrato tutto il proprio impegno e il proprio talento omaggiando le vittime di mafia e le loro famiglie attraverso dei video integralmente ideati, girati e montati dalle ragazze e dai ragazzi che hanno partecipato al progetto. 

Questi progetti multimediali, dedicati ognuno a una diversa vittima di mafia, hanno ricevuto il plauso e il ringraziamento dei familiari di alcune delle vittime, che, pur a distanza, hanno sentito sulla propria pelle l’affetto e la commozione causata dalle storie raccontate splendidamente dai ragazzi. 

Al termine delle presentazioni Pierpaolo Romani ha letto i nomi dei membri delle forze dell’ordine vincitori del premio Legalità e Sicurezza 20/21, destinato servitori dello stato che «abbiano palesato particolare acume investigativo, abnegazione, sprezzo del pericolo, ad esprimere la non comune professionalità nello svolgimento dell’attività preventiva e repressiva».

Il premio, così come l’intera giornata, fa parte di una serie di attività previste dalla Legge Regionale 48 del 2012, che prevede «un’ampia serie di politiche d’intervento volte a contrastare il crimine organizzato e mafioso sul territorio regionale e a promuovere la diffusione della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile».

L’evento si è concluso con un intervento della vicepresidentessa del Consiglio regionale, Francesca Zottis e del professor Parbonetti dell’Università di Padova, che ha illustrato brevemente i risultati della ricerca da lui curata relativa ai beni confiscati alla mafia in Veneto.

Il video dell’incontro è presente sulla pagina Facebook di Avviso Pubblico, mentre tutti i progetti video realizzate dagli alunni delle scuole della regione sono visibili sul sito www.grmiveneto.it, così come la lista completa dei membri delle forze dell’ordine insigniti del premio Legalità e Sicurezza.