In questo momento i nuovi disegni sulle mura dell’ex scalo ferroviario, in Stradone Santa Lucia, stanno prendendo forma. Dal primo fino al 3 novembre cento writers rifaranno tutti i murales coperti, nell’ambito di Top 2 Bottom “Memorial Nape”, la Graffiti Jam organizzata da Street Scaligera – che si autofinanzia, aiutata da sponsor privati –, patrocinata del Comune di Verona. Il progetto coinvolge anche il muro in Viale Piave delle ex officine Safem.

Quando tutti i muri dello Stradone sono stati coperti in attesa delle nuove opere, lo stupore ha lasciato ben presto il posto alle proteste. E la polemica si è infiammata sui social con una domanda: Perché coprire i murales?. Tra questi ce n’era uno con un significato molto importante: le “Scarpe rosse”, simbolo della lotta alla violenza contro le donne.

Elisa La Paglia

La consigliera di minoranza Elisa La Paglia (PD), raccogliendo la voce di tanti cittadini della zona e riportando il post di denuncia del Quarto Circolo Verona (PD), un paio di giorni fa aveva tuonato su Facebook: «Il murales dedicato alle scarpette rosse, simbolo della lotta alla violenza sulle donne occupava solo una parte del lungo muro del retro stazione. Oggi non c’è più, cancellato con una leggerezza e una superficialità senza pari. Era diventato un punto di riferimento anche per visite guidate che con l’occasione affrontavano l’argomento. Viste tutte le proteste sollevate mi aspetto che almeno venga nuovamente dedicato a quel tema. È inoltre grave la costanza con cui si ignorano i “consigli di quartiere” (circoscrizioni)».

Le foto qui sopra sono state messe su Facebook da Velardi, come prova dell’imbrattamento dei murales

Le aveva fatto eco anche il parlamentare veronese del PD Vincenzo D’Arienzo, scrivendo via social che il murales era stato «inspiegabilmente cancellato» dal Comune e attribuendo la decisione a «una certa sottocultura impregnata di pressapochismo, superficialità e insipienza».

Il consigliere di maggioranza Andrea Velardi, rispondendo a La Paglia, proprio sotto il suo post, aveva dichiarato che i murales andavano rifatti perché erano rovinati. L’8 ottobre scorso, in commissione consiliare delle Politiche giovanili, di cui Velardi è presidente, si era trattato il tema ed era stato approvato il rifacimento. Anche la consigliera di Battiti Paola Bressan aveva confermato, sotto allo stesso post, che i murales andavano rifatti e che sarebbero stati proprio gli stessi street artist che avevano fatto i disegni due anni fa a realizzarne di nuovi.

La Paglia, però, sempre via Facebook, aveva precisato che le persone che ci abitano di fronte avevano affermato che «non erano rovinati, solo qualche segno della pioggia» e che sarebbe bastata «una rinfrescata».

Sotto il post della consigliera di minoranza era intervenuto anche Andrea Tarli, l’autore del murales delle scarpette, criticando aspramente l’intervento: «L’ho realizzato io 2 anni fa pagato dal Comune. Le giustificazioni per il cover up – la copertura, nda – sono imbarazzanti. La polemica politica direi necessaria. Se l’organizzatore della jam sostiene che il rosso dopo 2 anni non fosse più rosso mette in discussione la scelta dei materiali fatta da parte di un professionista e di conseguenza il rispetto di una commissione comunale. Assicuro che i colori scelti sono di alta qualità e soprattutto che il buon 70% del murales è stato eseguito con spray mtn94 la cui durata non è certo 2 anni. Per quanto riguarda il cuoricino che qualche “vandalo” ha disegnato sullo sfondo bianco deturpando irrimediabilmente 80 metri di murales neanche voglio esprimermi. Il fatto che dopo la polemica politica si sia deciso di replicare in parte il concetto da me espresso lo trovo quasi grottesco. Il muro é stato coperto e con esso lo spirito con cui é stato realizzato».

Andrea Velardi

La Paglia, inoltre, aveva evidenziato che la Quarta Circoscrizione – quella proprio del quartiere Santa Lucia – non era stata né interpellata al riguardo né avvisata dei rifacimenti: «La Circoscrizione ha proposto ben 12 nuovi muri – ha proseguito –, è stata la prima a rispondere alla call, credo debba essere ascoltata anche quando si scelgono i temi.» E a chi scrive ha sottolineato che lei non è affatto contraria al Jam di artisti, ma che il murales delle scarpette, come gli altri dello Stradone, era stato pagato «con fondi comunali, adottato dal quartiere e apprezzato da tutti» e che non era stato «vandalizzato se non per qualche centimetro facilmente correggibile» aggiungendo che «nella commissione che ha dato l’ok sono state anche date informazioni ingannevoli: è stato detto che la Circoscrizione era stata coinvolta e che il murales era rovinato. Con tutti i muri che avrebbero bisogno di una rinfrescata proprio quelli si dovevano ricoprire. Rivogliamo le scarpette».

Le scarpe torneranno? A quanto pare sì. Ma non lì. In una zona che ancora non è stata individuata: «Tutto ciò che è emerso è mera strumentalizzazione – ha dichiarato Velardi al nostro giornale –. Il murales delle scarpette rosse verrà riproposto in un altro sito (muro). Su mura di Reti Ferroviarie Italiane o di un altro proprietario. Lo decideremo più avanti. L’iniziativa sarà seguita, sostenuta e promossa da me e dalla consigliera della Lega Laura Bocchi ma non necessariamente con il ruolo istituzionale che rivestiamo. Come già fatto con il recupero dell’ex zoo. E sarà finanziata sempre con risorse di sponsor privati: ci sarà una Jam, che verrà presentata nel weekend dal 23 al 25 novembre, dove inseriremo il tema sociale dei colori. Il 23 novembre murales Blu dedicato alle madri dell’autismo, il 24 quello Viola dedicato alle madri vittime della depressione post partum, e il 25 il rosso contro la violenza sulle donne – proprio in quella data ricorre la giornata internazionale contro la violenza sulle donne, nda –. Vista la polemica strumentale, figlia non della nostra sottocultura ma dell’assoluta assenza di conoscenza da parte dell’onorevole D’Arienzo di quali siano le basi della cultura delle discipline urbane. Non avendo contenuti e proposte valide, si deve far la caccia alle streghe nel weekend di Halloween. Il murales era sbiadito, rovinato, imbrattato – ha concluso –. Il simbolo era importante e dispiaceva anche a noi. I murales nascono per durare un tempo limitato. Tutti i conoscitori di questa forma d’arte lo sanno».

Attendiamo il 25 novembre per rivedere le scarpe rosse.

(La foto in evidenza è stata presa dal post su Facebook del PD Quarto Circolo Verona)